Romagna, dalla Toscana e dalle Marche.
Dal 2000, con una graduale fusione dei diversi scaglioni di congedati del coro, abbiamo cominciato ad esibirci in alcune manifestazioni con una formazione che è cresciuta ed oggi varia dai 20 ai 40 elementi, con un “picco” di oltre 120 componenti in occasione del primo raduno del coro in congedo, nel settembre del 2003.
Ognuno di noi è partito per il servizio militare con un bagaglio di passione per la musica. La naja nel corpo degli Alpini ci ha insegnato che la montagna come la vita richiedono impegno, tenacia, compattezza, senso del dovere ed anche quello straordinario spirito di corpo che significa solidarietà ed amore per il prossimo.
I Valori Alpini, quelli di uomini che amano la loro patria e le loro tradizioni, si esprimono nelle nostre canzoni: il canto alpino è inscindibilmente legato all’immagine di un coro, dove tutti cantano insieme e dove ognuno contribuisce con le proprie esperienze, alla formazione dello spirito di corpo che contraddistingue il Corpo degli Alpini.
Proprio questo spirito, e le emozioni che il pubblico ci ha regalato, ci hanno spinto a mantenere i contatti anche dopo il servizio militare. Col tempo, i vari gruppetti di commilitoni si sono incontrati ed hanno dato vita a quell’insieme, più o meno stabile, che ormai viene presentato nelle feste alpine ed in altre occasioni col nome di “Coro dei Congedati della Brigata Alpina Tridentina”.
Ci siamo confrontati con situazioni tanto impreviste quanto gratificanti; di esibizione in esibizione, all’iniziale voglia di divertimento ed al desiderio di incontrare ragazzi che avevano vissuto durante la leva i nostri stessi valori, si è affiancata la consapevolezza delle nostre potenzialità. La simpatia riscossa di volta in volta dal pubblico ci ha esposti alla responsabilità di portare insieme la gioia del nostro canto ed il ricordo di chi ha vissuto e spesso pagato con la vita le gesta raccontate nelle nostre canzoni.
Arricchire momenti intensi ed emozionanti come Sante Messe, concerti in occasioni alpine e non, incontrare qualche vecio reduce di guerra che ci racconta le sue esperienze e canta con noi “Era una notte che pioveva” o “Sul cappello”, è il nostro valore comune.
In particolare, gli aspetti che consideravamo limiti – primo fra tutte le differenti località di residenza, che impediscono la possibilità di incontrarci per tenere prove – si sono rivelati la nostra forza: questi presumibili difetti ci hanno avvicinato al pubblico, che ha apprezzato la nostra gioventù, la buona volontà, i momenti di pausa necessari per gestire l’interpretazione di un brano, i sorrisi e le battute che accompagnano alcuni momenti delle esibizioni.
Tutti elementi che rivelano la nostra elasticità, e che hanno portato alla nascita di un gruppo di amici affiatato, oltre che di un coro.
Nel 2006 siamo diventati associazione, e così al nostro tradizionale compito di cantare in un coro alpino, tra amici, per gli amici e per la memoria, abbiamo aggiunto un’organizzazione e la possibilità di conservare la tradizione ed il nome del coro e soprattutto la storia e la memoria di una brigata alpina che oggi non c’è più.
Abbiamo aperto i nostri orizzonti alla solidarietà per chi è meno fortunato.
Soldato lo si è per dodici mesi, Alpino si è tutta la vita!